La mia passione

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sabato 29 marzo 2014

Degustazioni: Muffato della Sala Umbria IGT 2007 Castello della Sala


Il Muffato dell’azienda Castello della Sala è un vino dolce ottenuto da uve botritizzate. La Botrytis Cinerea o “muffa nobile” è un fungo che si riproduce in climi caldi ma umidi. L’umidità alternata al calore determina le condizioni ideali di sviluppo che fanno si che le spore aderiscano alla buccia dell’uva e si nutrano dell’acqua e dell’umidità presente all’interno del frutto. Le spore, arrivano a divorare anche cinque sesti dell’acidità e un terzo dello zucchero garantendo un succo concentrato in una polpa appiccicosa e molto dolce. Tuttavia, in vigna la crescita della Botrytis non è un evento regolare e prevedibile e pertanto la vendemmia può protrarsi per diverse settimane. In Francia, a Sauternes, si parla di tries, cioè scelte e la scelta riguarda la raccolta degli acini perfetti ovvero quelli perfettamente attaccati. Quando nel 1932 la zona di Orvieto fu delimitata, la specifica di uve prodotte con uve ammuffite fu prevista nella legge di delimitazione del professore Garavini che già ottanta anni fa indicava delle zone delimitate rappresentanti le attuali DOC. La prima annata di Muffato del Castello della Sala si ebbe nel 1971 e si chiamava Castello della Sala Abboccato. Nel 1973 venne fatto assaggiare, per la prima volta, nel primo congresso dell’AIS che si tenne ad Orvieto. Successivamente, in azienda si decise di reimpostare la produzione integrando le uve dell’Orvieto con uve più adatte alla botritizzazione come Sauvignon e Semillon. Così, nel 1986, nacque il Muffato. Il vino ha nel Sauternes il suo punto di riferimento anche se è diverso in merito alla solforosa. Per la produzione dei vini dolci la fermentazione viene bloccata o con il freddo o con la solforosa o per l’alcol quando vengono raggiunti livelli tali che automaticamente arrestano l’azione dei lieviti; tuttavia, se si vuole mantenere un vino dotato di una bella freschezza si usa o il freddo o la solforosa. Grazie ad una deroga comunitaria che permette concentrazioni di solforosa molto più alte, la produzione dei Sauternes viene guidata dalla stessa che permette di bloccare la fermentazione al momento desiderato; tuttavia, la solforosa, interviene anche gustativamente perché determina la produzione di acido solforico che abbassa il pH rendendo il vino più fragrante, più conservabile e meno ossidabile. Per il Muffato le dosi di solforosa ammesse sono molto più basse e inoltre si è cercato di creare un grande vino che potesse essere bevuto a bicchiere e non centellinato. Pertanto, il fine è stato di trovare un equilibrio tra la sensazione iodata tipica di un muffato con la componente più fresca e più fruttata; equilibrio che lo rende anche più utilizzabile nelle diverse applicazioni che possono svariare dall’aperitivo al post-pranzo. Sono state introdotte piccole percentuali di due vitigni, Riesling che dona acidità e Traminer che gli dona una piccola dote profumata al fine di ottenere un vino più accessibile e pronto per essere consumato in maggiori quantità. Il Muffato deve essere consumato dopo un periodo minimo di affinamento di cinque anni altrimenti risulta troppo fresco. Le uve utilizzate devono avere una buccia spessa come il Sauvignon Blanc, il Semillon e il Grechetto. Infatti, con uve dalla buccia sottile come il Riesling si verificherebbe il problema della rottura della stessa durante l’attacco della muffa.
 

Degustazioni: Muffato della Sala Umbria IGT 2007 Castello della Sala

L’azienda Antinori ha dedicato 30 ettari di vigneto al muffato. I vigneti si trovano situati in parte a fondovalle, in parte in media collina e in parte in collina in modo tale che in funzione dell’andamento stagionale si possa sempre produrre il vino. Infatti, se la stagione è molto umida la parte di fondovalle si butta e così se è secca si esclude la parte di alta collina. Tali fattori sicuramente determinano uno spreco naturale nella produzione ma hanno permesso di produrre il vino ogni anno a partire dal 1986 con cinque varietà di vitigni quali Sauvignon Blanc, Semillon, Grechetto, Traminer e Riesling e con l’aggiunta di piccole prove di Viognier che garantisce al vino una maggiore mineralità. Lo scopo è quello di trovare ogni anno un equilibrio con varietà che di anno in anno rispondono in modo diverso alla Botritys. All’atto della degustazione è risultato troppo giovane. Il colore è giallo paglierino, di grande eleganza e avvolgenza che non è legato alle note iodate o muffate tipiche che naturalmente si avvertono ma che non sono prorompenti, con note salmastre, minerali, mielose, di fiori gialli e fruttate. Al palato è avvolgente con una spinta acida e sapida dove manca la nota amarognola tipica della tipologia di vino. Di norma, la nota amarognola dipende da due cose o da un eccesso di anidride solforosa che è amara o da un difetto legato all’acidità che risulta troppo alta.

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