Agli inizi del mese di agosto dopo
aver raggiunto il comune di Sessa Aurunca in provincia di Caserta, sono
proseguito in direzione del mare per circa 2 Km per raggiungere il mio
obiettivo, l’azienda vitivinicola Masseria Felicia, situata nell’area che gli
antichi romani chiamavano Ager Falernus, territorio vocato da millenni alla
viticoltura e dal cui terreno è nato il Falerno il vino più amato nell’impero
romano.
Il racconto che seguirà deriva
dalle parole ricche di entusiasmo della titolare Maria Felicia Brini che mi hanno
trasmesso amore e passione per il lavoro, per il territorio e per il vino ma
soprattutto il desiderio ardente di fare, sperimentare e migliorarsi
rispettando sempre le caratteristiche uniche del terroir di origine.
La storia dell’azienda inizia nel
1995 quando i genitori dell’attuale proprietaria decidono di ristrutturare un
casale di inizio novecento di cui i nonni erano i coloni e di reimpiantare una
nuova vigna. Nasce così Masseria Felicia dalla passione di Felicia e del padre
Alessandro per la terra e dai ricordi delle vendemmie con il nonno. Nel 1999
avviene la prima vendemmia con il risultato di un vino difficile da essere
bevuto nell’immediatezza ma con una potenza, longevità ed una evoluzione
difficili da riscontrare in altri vini. Nel 2002 viene immessa sul mercato la
prima etichetta rappresentata dal Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo
2000.
L’enologo dell’azienda è Vincenzo
Mercurio uno dei pochi enologi che evitano di imporsi sul vino lasciando al territorio
e allo stile aziendale di emergere liberamente.
I cinque ettari di vigneto sono situati a
circa 200 m di altitudine e presentano a sinistra il vulcano di Roccamonfina e
di fronte e a destra il Monte Massico. Il mare si trova a 6 Km. Le vigne sono
benedette da un microclima e da un terreno fantastici con il Massico che
protegge le stesse dalle perturbazioni. I terreni, di natura vulcanica, derivano
in gran parte dal vulcano di Roccamonfina ma anche dai Campi Flegrei e sono
composti da tufo grigio, pomici e ceneri laviche che in concomitanza con il
mare donano grande mineralità ai vini.
La vendemmia avviene rigorosamente a mano e di
anno in anno l’azienda reinveste gran parte dei propri utili nell’ottica del
miglioramento qualitativo. In particolare uno degli ultimi investimenti ecocompatibili
è stata la realizzazione di un impianto fotovoltaico in grado di renderla
autonoma dal punto di vista energetico.
Il vigneto è suddiviso in
piccolissimi cru con caratteristiche estremamente diverse per posizione,
ambiente e terreno. Da ogni cru deriva un vino con particolarità uniche che
rispetta sempre il carattere della vigna. Questa particolare eccezione di
Masseria Felicia, dal mio punto di vista molto simile ai vigneti di Borgogna,
garantisce il forte legame del vino con la vigna di origine; pertanto e anche perché
attualmente è in conversione biologica, l’azienda, nonostante le richieste
siano superiori alla capacità produttiva, ha deciso di utilizzare
esclusivamente uve di proprietà.
Attualmente circa il 70% della
produzione viene venduta all’estero in particolare negli Stati Uniti grazie al
notevole apprezzamento di Robert Parker verso il Falerno Etichetta Bronzo.
Infatti, nel 2002 ha attribuito allo stesso 95 punti. Da quell’anno il punteggio
di Wine Advocate non è mai sceso sotto i 92 punti.
La prima cantina/bottaia
dell’azienda, situata a 9 m di profondità, era un cellaio risalente al 1930
realizzato in tufo grigio campano un materiale estremamente poroso che permette
un ottimo drenaggio dell’acqua. Nella storica cantina, caratterizzata da
caratteristiche naturali uniche per l’affinamento, l’azienda ha lavorato con un
massimo di 12 barrique. Contiene ancora le annate storiche ad iniziare dal 1999
anno della prima vendemmia; infatti, essendo l’azienda estremamente giovane di
anno in anno apre annate diverse per valutare le evoluzioni del vino. Le prime
annate di bianco risalgono al 2007 e alcune bottiglie degustate dell’annata
2008 sono risultate perfette senza alcun segno di ossidazione data la notevole
acidità e alcol che le caratterizza.
La gamma aziendale comprende sei
vini di cui due bianchi Sinopea e Anthologia, un rosato Rosalice prodotto dalla
vinificazione in bianco e breve contatto delle bucce con il mosto del vitigno
Aglianico in purezza e tre rossi Falerno del Massico Rosso, Ariapetrina e
Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo. I due vini bianchi vengono prodotti
dal vitigno Falanghina in due varietà clonali quella dei Campi Flegrei e quella
del Beneventano. Per quanto concerne i tre vini rossi sono prodotti con un
uvaggio del 80% di Aglianico e 20% di Piedirosso. Il Falerno del Massico Rosso che deriva dalle
vigne più giovani viene vinificato ed affinato esclusivamente in acciaio mentre
gli altri due rossi Ariapetrina e Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo
fanno affinamento in legno. Tutti e tre i vini rossi fanno affinamento in bottiglia. La vigna dell’Ariapetrina è la più fresca.
Normalmente, una parte delle uve di Ariapetrina e del Falerno Etichetta Bronzo
effettuano la vinificazione in tronco conici di castagno mentre la restante parte
viene vinificata in acciaio. Le motivazioni derivano in parte da scelte
naturali essendo le uve del Falerno Etichetta Bronzo le prime a raggiungere la
maturazione e quelle dell’Ariapetrina, l’areale più fresco, le ultime circa 15
giorni dopo le prime. In questo modo inizia la vinificazione delle prime uve
quelle del Falerno Etichetta Bronzo e quando sono pronte per passare in
acciaio, le uve dell’Ariapetrina sono libere di vinificare nel legno, riuscendo
ad avere un ciclo continuo. Per quanto concerne i legni, l’azienda utilizza barrique
francesi di rovere di diverse tonnellerie e diverse foreste di provenienza. In
particolare, la Tonnellerie Remond è una piccola azienda a carattere familiare
che lavora le barrique totalmente a mano doga per doga (nella visita è stato
possibile osservare e percepire i diversi odori del legno).
Ogni anno il 30%
del parco legno barrique viene rinnovato, tuttavia, non esistono regole.
Infatti, alcune vengono sostituite dopo il primo passaggio mentre altre che
hanno lavorato particolarmente bene con il vino possono essere utilizzate fino
al quinto passaggio. Anche i vini percorrono strade diverse e non esistono
regole vino-barrique. Alla fine di ogni passaggio ogni vino, anche a costo di
saltare un’annata, viene degustato al fine del rispetto delle caratteristiche
della vigna. Di conseguenza nonostante i tre vini rossi siano realizzati con lo
stesso blend, i vini sono completamente diversi e riconoscibili.
Da alcuni anni, parte del
Piedirosso della vigna sessantenne, viene vinificato e affinato a parte per
valutarne l’evoluzione e sicuramente nei prossimi anni avremo da Felicia
diverse sorprese.
In degustazione, Felicia ci ha
permesso di provare tutti e sei vini e i risultati sono stati sorprendenti con
vini intensi, equilibrati e con caratteristiche singolari spiccate. Tuttavia,
vorrei concentrarmi in degustazione su Anthologia 2013, Ariapetrina 2008 e
Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo 2009 che mi hanno particolarmente
colpito.
Degustazione: Falerno del Massico Bianco Anthologia 2013
Il vino viene prodotto attraverso
la vinificazione in bianco del vitigno Falanghina nelle due varietà clonali.
Paglierino di grande lucentezza. Al
naso è intenso con sentori floreali di margherite, frutta tropicale, banana, minerali
e paglia. In bocca è sapido ma perfettamente equilibrato e con un ottima spalla
acida. Un vino di estrema eleganza.
Degustazione: Falerno del Massico Rosso Ariapetrina 2008
Prodotto mediante vinificazione
in acciaio e in tronco conici aperti di castagno dei vitigni Aglianico e
Piedirosso rispettivamente nelle percentuali dell’80 e del 20%. Il vino prende
il nome dalla dicitura catastale della zona dove risiede la vigna che a sua
volta deriva da un altarino di San Pietro presente sul massico. In passato la
zona era chiamata Area Petrina ovvero Area di San Pietro. Ariapetrina è una
piccola vigna di otto anni allevata a guyot e guyot rovesciato di 1,5 ha.
Di veste rubino con riflessi
granato si apre immediatamente con una potenza straordinaria. Al naso si
percepisce immediatamente la frutta matura ciliegia e amarena e in successione
si aprono sentori di sottobosco, ematici, di liquerizia e cioccolato. In bocca è
alcolico ma perfettamente equilibrato grazie ad una ricca freschezza e
sapidità. Il tannino è molto presente ed ancora leggermente ruvido e asciugante,
tuttavia è nobile e ben distribuito. Un vino di territorio che nei prossimi
anni, con l’evoluzione della componente tannica, avrà sicuramente prospettive
inimmaginabili.
Degustazione: Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo 2009
Prodotto mediante vinificazione in
acciaio e in tronco conici aperti di castagno dei vitigni Aglianico e
Piedirosso rispettivamente nelle percentuali dell’80 e del 20%. Affina prima in
barrique e tonneaux per almeno 12/14 mesi e poi per almeno 12 mesi in
bottiglia.
Rubino intenso e profondo. Dal
punto di vista olfattivo è risultato complesso ed elegante con sentori di
viola, susine, rosmarino, tabacco, cioccolato e cuoio. In bocca è caldo,
fruttato con una spiccata acidità ed un tannino morbido e perfettamente maturo
e distribuito. Una lunghissima persistenza caratterizza un finale di estrema
eleganza.
In conclusione posso sicuramente affermare
che Masseria Felicia rappresenta sicuramente una delle aziende vitivinicole più
interessanti e affascinanti che abbia mai visitato.