La mia passione

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lunedì 27 ottobre 2014

Visitando Cantine: Il Verro



Foto: Maribruna Maiorino
Nel mese di Settembre dopo aver raggiunto il comune di Pontelatone in provincia di Caserta, sono proseguito in direzione di quello di Formicola e dopo aver attraversato il paese sono riuscito a raggiungere il mio obiettivo, l’azienda vitivinicola Il Verro, situata a Lautoni in località Acquavalle  un’area famosa per la forte presenza dei cinghiali. Infatti, il Verro, nasce dal nome che gli abitanti locali davano al maschio del cinghiale “u verru”; da qui, lo stemma aziendale che deriva dalla stilizzazione di una statuetta, presente in un museo della Versilia, raffigurante un cinghiale bardato a festa.


Ad attendermi, l’ideatore dell’azienda il Sig. Cesare Avenia e dalle sue parole segue il successivo racconto.


L’azienda nasce nel 2003 dall’idea di cinque amici con professionalità diverse ma accomunati dalla passione per la terra e il territorio. Questi, decidono di acquistare un vigneto, in forte declivio, costituito principalmente da Casavecchia e Coda di Pecora (il Pallagrello Bianco è stato introdotto nel 2005) invaso ormai da rovi ed erbacce. Il Verro nasce con lo scopo di riscattare un territorio, il casertano, oggi spesso chiamato in causa esclusivamente per episodi di camorra o di discariche abusive. Tuttavia, in realtà, ci sono tantissimi territori incontaminati purtroppo oggi abbandonati. In termini di scelte, l’azienda ha avuto sempre idee molto chiare infatti, tutti i vini sono monovitigno perché l’assemblaggio è da sempre considerato un passo successivo da compiere solo al termine della piena conoscenza del comportamento del singolo vitigno nel tempo. Ancora, da circa un anno, il Verro ha iniziato la certificazione e i processi di conversione al biologico.


Le vendite aziendali avvengono principalmente localmente nella provincia di Caserta e in parte nel resto della Campania ma troviamo anche una piccola nicchia estera in particolare negli Stati Uniti attraverso due canali di distribuzione uno presente a San Francisco e uno nel North Carolina.


L’enologo è Vincenzo Mercurio.


Foto: Maribruna Maiorino
L’azienda detiene quattro ettari vitati e dodici ettari di terreno in cui sono presenti diversi alberi da frutto come noci, ciliegi e ulivi. I vitigni presenti sono Casavecchia, Pallagrello Nero, Pallagrello Bianco e il Coda di Pecora un vitigno a bacca bianca ripreso dall’azienda e ad oggi ancora oggetto di sperimentazioni e quindi non ancora riconosciuto come uva da vino. I vitigni sono baciati da un’ottima insolazione con esposizione Sud Sud-Est e grazie anche alla vicinissima presenza di boschi da un’elevata escursione termica tra il giorno e la notte che favorisce la produzione e il fissaggio all’interno delle uve di precursori aromatici.


Foto: Maribruna Maiorino
La produzione aziendale si attesta in 20.000 bottiglie divise equamente tra vini rossi e bianchi. La cantina che  colpisce immediatamente per l’architettura è realizzata in tufo e contiene tutte le annate storiche.


Foto: Maribruna Maiorino
La gamma aziendale comprende cinque vini di cui due bianchi Sheep da Coda di Pecora e il Verginiano da Pallagrello Bianco che effettuano affinamento in acciaio e bottiglia e tre rossi il Pallagrello Nero e Lautonis e Montemaggiore da Casavecchia. Il Lautonis affina totalmente in acciaio e in bottiglia mentre nel Montemaggiore il Casavecchia affina 18 mesi in barrique anche se l’azienda ha iniziato un processo di passaggio al tonneau.

In degustazione, il Sig. Avenia ci ha permesso di degustare due vini bianchi Sheep e Verginiano ed un vino rosso il Montemaggiore.


Degustazione: Sheep Terre del Volturno IGT 2012

Il nome del vino deriva dall’inglese Sheep che significa pecora data l’impossibilità di utilizzare il nome del vitigno ancora non iscritto nelle uve da vino processo che dovrebbe avvenire entro qualche anno. Il recupero del vitigno è iniziato nel 2007 e nel 2011 è uscita la prima annata sul mercato.

Di veste paglierina, al naso presenta inizialmente note floreali e minerali in particolare di ferro e ruggine. In un secondo momento notiamo sentori fruttati quali mela cotogna ed erbe aromatiche in particolare la menta. In bocca è acido e sapido caratteristica che deriva dal terreno argilloso misto a roccia e quindi ricco di scheletro e minerali e si percepisce anche una leggera nota alcolica con una delicata percezione tannica non usuale nei vini bianchi. Un vino equilibrato di buona persistenza. In abbinamento lo sposerei con formaggi delicati a pasta morbida.


Degustazione: Verginiano Terre del Volturno IGT 2011

Il nome del vino deriva dai “Verginiani” ovvero i frati che hanno iniziato ad effettuare le prime vinificazioni di Pallagrello Bianco nella zona. Il chiostro, era situato nella piazza principale del comune di Formicola. I Verginiani erano un ordine ecclesiastico successivamente confluito in quello dei Benedettini. Attraverso il Verginiano l’azienda si è fatta conoscere negli Stati Uniti.

Paglierino di ottima lucentezza. Appena si avvicina il naso si scorgono sentori fruttati di melone e pera, vegetali e di mandorla. Al gusto è fresco, morbido con note dolci e sapido; tali percezioni sono racchiuse in un gioco equilibrato. Un vino strutturato che abbinerei a piatti di pesce anche elaborati.


Degustazione: Montemaggiore IGT 2009

Il vino prende il nome dal monte presente nelle vicinanze appunto il Montemaggiore. E’ stato il primo vino rosso aziendale nel 2007 ad essere immesso sul mercato. Ad oggi si stanno effettuando molte prove di invecchiamento per valutarne l’evoluzione nel tempo. Il vino effettua affinamento per diciotto mesi in barrique di rovere francese ed erano state effettuate in passato delle prove anche con il castagno ma rilasciava al vino troppe note amare.

Rubino impenetrabile. Al naso presenta dei sentori particolarissimi dove percepiamo inizialmente note fruttate di mora in confettura, floreali di viola e sottobosco; in successione iniziamo a percepire cannella, vaniglia, pepe, tabacco e note balsamiche. Al palato il vino ci offre un senso di pienezza con un ottima sapidità e un tannino uniforme ed elegante ma leggermente ancora acerbo. Nel finale risulta equilibrato e di ottima persistenza. Un vino molto interessante il cui pregio a mio parere è legato alla tipicità del casavecchia nel territorio. In abbinamento lo accosterei a piatti di carne elaborati e a formaggi molto stagionati a pasta dura.


In conclusione posso affermare di aver conosciuto una piccola realtà che nonostante sia ancora all’inizio del suo percorso ha già il talento per potersi affermare con i propri vini sui mercati nazionali ed internazionali.