La mia passione

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sabato 6 settembre 2014

Visitando Cantine: Masseria Felicia



Agli inizi del mese di agosto dopo aver raggiunto il comune di Sessa Aurunca in provincia di Caserta, sono proseguito in direzione del mare per circa 2 Km per raggiungere il mio obiettivo, l’azienda vitivinicola Masseria Felicia, situata nell’area che gli antichi romani chiamavano Ager Falernus, territorio vocato da millenni alla viticoltura e dal cui terreno è nato il Falerno il vino più amato nell’impero romano.

Il racconto che seguirà deriva dalle parole ricche di entusiasmo della titolare Maria Felicia Brini che mi hanno trasmesso amore e passione per il lavoro, per il territorio e per il vino ma soprattutto il desiderio ardente di fare, sperimentare e migliorarsi rispettando sempre le caratteristiche uniche del terroir di origine.


La storia dell’azienda inizia nel 1995 quando i genitori dell’attuale proprietaria decidono di ristrutturare un casale di inizio novecento di cui i nonni erano i coloni e di reimpiantare una nuova vigna. Nasce così Masseria Felicia dalla passione di Felicia e del padre Alessandro per la terra e dai ricordi delle vendemmie con il nonno. Nel 1999 avviene la prima vendemmia con il risultato di un vino difficile da essere bevuto nell’immediatezza ma con una potenza, longevità ed una evoluzione difficili da riscontrare in altri vini. Nel 2002 viene immessa sul mercato la prima etichetta rappresentata dal Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo 2000.


L’enologo dell’azienda è Vincenzo Mercurio uno dei pochi enologi che evitano di imporsi sul vino lasciando al territorio e allo stile aziendale di emergere liberamente.

I cinque ettari di vigneto sono situati a circa 200 m di altitudine e presentano a sinistra il vulcano di Roccamonfina e di fronte e a destra il Monte Massico. Il mare si trova a 6 Km. Le vigne sono benedette da un microclima e da un terreno fantastici con il Massico che protegge le stesse dalle perturbazioni. I terreni, di natura vulcanica, derivano in gran parte dal vulcano di Roccamonfina ma anche dai Campi Flegrei e sono composti da tufo grigio, pomici e ceneri laviche che in concomitanza con il mare donano grande mineralità ai vini.


La vendemmia avviene rigorosamente a mano e di anno in anno l’azienda reinveste gran parte dei propri utili nell’ottica del miglioramento qualitativo. In particolare uno degli ultimi investimenti ecocompatibili è stata la realizzazione di un impianto fotovoltaico in grado di renderla autonoma dal punto di vista energetico.


Il vigneto è suddiviso in piccolissimi cru con caratteristiche estremamente diverse per posizione, ambiente e terreno. Da ogni cru deriva un vino con particolarità uniche che rispetta sempre il carattere della vigna. Questa particolare eccezione di Masseria Felicia, dal mio punto di vista molto simile ai vigneti di Borgogna, garantisce il forte legame del vino con la vigna di origine; pertanto e anche perché attualmente è in conversione biologica, l’azienda, nonostante le richieste siano superiori alla capacità produttiva, ha deciso di utilizzare esclusivamente uve di proprietà.


Attualmente circa il 70% della produzione viene venduta all’estero in particolare negli Stati Uniti grazie al notevole apprezzamento di Robert Parker verso il Falerno Etichetta Bronzo. Infatti, nel 2002 ha attribuito allo stesso 95 punti. Da quell’anno il punteggio di Wine Advocate non è mai sceso sotto i 92 punti.

La prima cantina/bottaia dell’azienda, situata a 9 m di profondità, era un cellaio risalente al 1930 realizzato in tufo grigio campano un materiale estremamente poroso che permette un ottimo drenaggio dell’acqua. Nella storica cantina, caratterizzata da caratteristiche naturali uniche per l’affinamento, l’azienda ha lavorato con un massimo di 12 barrique. Contiene ancora le annate storiche ad iniziare dal 1999 anno della prima vendemmia; infatti, essendo l’azienda estremamente giovane di anno in anno apre annate diverse per valutare le evoluzioni del vino. Le prime annate di bianco risalgono al 2007 e alcune bottiglie degustate dell’annata 2008 sono risultate perfette senza alcun segno di ossidazione data la notevole acidità e alcol che le caratterizza.


La gamma aziendale comprende sei vini di cui due bianchi Sinopea e Anthologia, un rosato Rosalice prodotto dalla vinificazione in bianco e breve contatto delle bucce con il mosto del vitigno Aglianico in purezza e tre rossi Falerno del Massico Rosso, Ariapetrina e Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo. I due vini bianchi vengono prodotti dal vitigno Falanghina in due varietà clonali quella dei Campi Flegrei e quella del Beneventano. Per quanto concerne i tre vini rossi sono prodotti con un uvaggio del 80% di Aglianico e 20% di Piedirosso.  Il Falerno del Massico Rosso che deriva dalle vigne più giovani viene vinificato ed affinato esclusivamente in acciaio mentre gli altri due rossi Ariapetrina e Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo fanno affinamento in legno. Tutti e tre i vini rossi fanno affinamento in bottiglia.  La vigna dell’Ariapetrina è la più fresca. Normalmente, una parte delle uve di Ariapetrina e del Falerno Etichetta Bronzo effettuano la vinificazione in tronco conici di castagno mentre la restante parte viene vinificata in acciaio. Le motivazioni derivano in parte da scelte naturali essendo le uve del Falerno Etichetta Bronzo le prime a raggiungere la maturazione e quelle dell’Ariapetrina, l’areale più fresco, le ultime circa 15 giorni dopo le prime. In questo modo inizia la vinificazione delle prime uve quelle del Falerno Etichetta Bronzo e quando sono pronte per passare in acciaio, le uve dell’Ariapetrina sono libere di vinificare nel legno, riuscendo ad avere un ciclo continuo. Per quanto concerne i legni, l’azienda utilizza barrique francesi di rovere di diverse tonnellerie e diverse foreste di provenienza. In particolare, la Tonnellerie Remond è una piccola azienda a carattere familiare che lavora le barrique totalmente a mano doga per doga (nella visita è stato possibile osservare e percepire i diversi odori del legno).
Ogni anno il 30% del parco legno barrique viene rinnovato, tuttavia, non esistono regole. Infatti, alcune vengono sostituite dopo il primo passaggio mentre altre che hanno lavorato particolarmente bene con il vino possono essere utilizzate fino al quinto passaggio. Anche i vini percorrono strade diverse e non esistono regole vino-barrique. Alla fine di ogni passaggio ogni vino, anche a costo di saltare un’annata, viene degustato al fine del rispetto delle caratteristiche della vigna. Di conseguenza nonostante i tre vini rossi siano realizzati con lo stesso blend, i vini sono completamente diversi e riconoscibili.


Da alcuni anni, parte del Piedirosso della vigna sessantenne, viene vinificato e affinato a parte per valutarne l’evoluzione e sicuramente nei prossimi anni avremo da Felicia diverse sorprese.


In degustazione, Felicia ci ha permesso di provare tutti e sei vini e i risultati sono stati sorprendenti con vini intensi, equilibrati e con caratteristiche singolari spiccate. Tuttavia, vorrei concentrarmi in degustazione su Anthologia 2013, Ariapetrina 2008 e Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo 2009 che mi hanno particolarmente colpito.


Degustazione: Falerno del Massico Bianco Anthologia 2013

Il vino viene prodotto attraverso la vinificazione in bianco del vitigno Falanghina nelle due varietà clonali.

Paglierino di grande lucentezza. Al naso è intenso con sentori floreali di margherite, frutta tropicale, banana, minerali e paglia. In bocca è sapido ma perfettamente equilibrato e con un ottima spalla acida. Un vino di estrema eleganza.


Degustazione: Falerno del Massico Rosso Ariapetrina 2008

Prodotto mediante vinificazione in acciaio e in tronco conici aperti di castagno dei vitigni Aglianico e Piedirosso rispettivamente nelle percentuali dell’80 e del 20%. Il vino prende il nome dalla dicitura catastale della zona dove risiede la vigna che a sua volta deriva da un altarino di San Pietro presente sul massico. In passato la zona era chiamata Area Petrina ovvero Area di San Pietro. Ariapetrina è una piccola vigna di otto anni allevata a guyot e guyot rovesciato di 1,5 ha.

Di veste rubino con riflessi granato si apre immediatamente con una potenza straordinaria. Al naso si percepisce immediatamente la frutta matura ciliegia e amarena e in successione si aprono sentori di sottobosco, ematici, di liquerizia e cioccolato. In bocca è alcolico ma perfettamente equilibrato grazie ad una ricca freschezza e sapidità. Il tannino è molto presente ed ancora leggermente ruvido e asciugante, tuttavia è nobile e ben distribuito. Un vino di territorio che nei prossimi anni, con l’evoluzione della componente tannica, avrà sicuramente prospettive inimmaginabili.


Degustazione: Falerno del Massico Rosso Etichetta Bronzo 2009

Prodotto mediante vinificazione in acciaio e in tronco conici aperti di castagno dei vitigni Aglianico e Piedirosso rispettivamente nelle percentuali dell’80 e del 20%. Affina prima in barrique e tonneaux per almeno 12/14 mesi e poi per almeno 12 mesi in bottiglia.

Rubino intenso e profondo. Dal punto di vista olfattivo è risultato complesso ed elegante con sentori di viola, susine, rosmarino, tabacco, cioccolato e cuoio. In bocca è caldo, fruttato con una spiccata acidità ed un tannino morbido e perfettamente maturo e distribuito. Una lunghissima persistenza caratterizza un finale di estrema eleganza.


In conclusione posso sicuramente affermare che Masseria Felicia rappresenta sicuramente una delle aziende vitivinicole più interessanti e affascinanti che abbia mai visitato.

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